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Cartapesta

Già presente nel tardo Medioevo e nel Rinascimento in importanti centri dell’Italia centrale, la cartapesta ebbe una larga diffusione a Lecce e nel resto del Salento  verso la fine del XVII secolo,   da Napoli giunsero artisti che utilizzavano carta, stracci e altri materiali poveri  nella fabbricazione di statue e utensili.

L’arte di lavorare la cartapesta si diffuse rapidamente in terra salentina
Il procedimento del cartapestaio consiste nell’applicare su un’anima costituita da fili di ferro e paglia, strati di carta imbevuti di colla e successivamente dipinti o fiammati.
Il volto, le mani e i piedi di angeli, pastori e madonne  sono solitamente realizzati   in terracotta, utilizzando vecchi e preziosi stampi.
Un altro procedimento, usato in particolare nel XIX sec. dai cartapestai leccesi, era quello di inserire in delle formelle di gesso aventi particolari forme del corpo umano, della poltiglia di carta macerata.
A partire dal XVII sec, le opere in cartapesta aventi prevalentemente soggetti sacri   furono realizzate   su committenza del clero o delle famiglie  nobili della zone,  e destinate ad abbellire e arredare numerose chiese o cappelle private di Lecce e provincia.
Sempre nel tardo ‘600 la lavorazione e la produzione della cartapesta nel capoluogo salentino si sviluppò contemporaneamente alla lavorazione della pietra a causa della presenza di numerosi e potenti ordini monastici, sostenitori delle riforme del Concilio di Trento, che commissionarono statue di Santi e Madonne di particolare suggestione, per adornare gli altari e i prospetti delle chiese.
Si diffuse altresì la produzione delle figure di presepe.
Tra le prime significative opere in cartapesta realizzate a Lecce, spiccano la statua secentesca della Vergine delle Ciliegie custodita nella Chiesa della Madonna della Provvidenza o delle Alcantarine , il controsoffitto della barocca chiesa di Santa Chiara,  eseguito nella prima metà del 700 dall’insigne artista e architetto Mauro Manieri, seguito dalle statue di Santa Elisabetta e della Beata Michelina del Tempio oramai sconsacrato di S. Francesco della Scarpa attribuite allo stesso autore.
Con Pietro Surgente, detto “ Mescio Pietro de li cristi”, che operò a cavallo tra XVIII e XIX secolo, la lavorazione della cartapesta leccese assunse una più spiccata autonomia e rilevanza artistica.
Al Surgente è attribuita la statua di San Lorenzo Martire eseguita verso la fine del ‘700 e conservata nella chiesa parrocchiale di Lizzanello. Quest’opera, copiata successivamente da altri artigiani, una delle prime statue in cartapesta ad essere stata eseguita in una bottega locale.
Celebri sono state le botteghe di esperti cartapestai salentini ,  come quelle leccesi  Manzo, Mazzeo, Malecore e Capoccia.

 

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