Un Angolo di Salento
a cura di Valerio Terragno

Lavorazione del giunco, dell'ulivo e della canna
L’attività di intreccio dei fasci di giunco e dei teneri rami di ulivo detti “ vinchi” o “inchiuni”, usati per la realizzazione di cesti di vario tipo, come i caratteristici “panari”, è diffusa in vari centri del Salento leccese come Acquarica del Capo, dove recentemente è stato allestito anche un museo del giunco, Castrì di Lecce e Botrugno.
Un tempo, i cesti venivano utilizzati per conservare le olive pressate destinate alla produzione dell’ olio, la pasta fresca, i formaggi e le primizie contadine.
Oggi cesti di innumerevoli tipologie, sedie impagliate, coperture ombreggianti e mobiletti sono molto richiesti e utilizzati nel settore dell’ arredamento.
A Gallipoli, si producono ancora le cosiddette “ nasse”, tipica rete in giunco utilizzata dai pescatori per prendere particolare tipi di pesce.
Tale artigianato è stato favorito dalla presenza nel territorio di grandi paludi dove si riproducevano il giunco e le canne e di verdissime piantagioni di secolari ulivi.







