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Lavorazione del giunco, dell'ulivo e della canna

L’attività  di  intreccio dei fasci di giunco e dei teneri rami di ulivo detti “ vinchi” o “inchiuni”, usati per la realizzazione di cesti di vario tipo, come i caratteristici “panari”, è diffusa in vari centri del Salento leccese come Acquarica del Capo, dove recentemente è stato allestito anche un museo del giunco, Castrì di Lecce e Botrugno.
Un tempo, i cesti venivano utilizzati per conservare le olive pressate destinate alla produzione dell’ olio, la pasta fresca, i formaggi e le primizie contadine.
Oggi cesti di innumerevoli tipologie, sedie impagliate, coperture ombreggianti e mobiletti sono molto richiesti e utilizzati nel settore dell’ arredamento.
A Gallipoli,   si producono ancora le cosiddette “ nasse”, tipica rete in giunco utilizzata dai pescatori per prendere particolare tipi di pesce.

Tale artigianato è stato favorito dalla presenza nel territorio di grandi paludi dove si riproducevano il giunco e le canne e di verdissime piantagioni di secolari ulivi.

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